Le notti, quelle insonni, quelle dove i sogni scavano nella propria coscienza e si fanno vivi, materia. Respirano i muri, parlano gli oggetti, si incontrano i fantasmi.
Adele in una notte del 1961 si alza dal letto e cammina per le strade della città vecchia di Taranto, palcoscenico naturale del suo sogno e della sua realtà. L’odore dell’umido sale dalla marina per le strade della via Nuova. Si cinge nel cappotto sotto le luci fioche dei vicoli che sembrano labirinti.
In mano stringe l’oggetto che l’accompagnerà per tutto il tragitto, che rappresenta il suo rapporto con i propri cari, il proprio passato e magari la svolta per un futuro diverso. Tutti possono essere Adele.
Ho scritto questo lavoro nell’ottobre del 2021 su un treno che mi portava in giro per lavoro durante il lockdown. Un racconto onirico, intimo, legato alla mia identità ed alle mie radici. Avrei potuto girarlo ovunque perché è un racconto universale, ma ho scelto Taranto, terra mia, per rappresentarla nella sua struggente bellezza e per lenirle le evidenti ferite che le ha inflitto la storia. Spero di essere riuscito ad emozionare.
Cortometraggio “Io” scritto e diretto da Giuseppe Carucci. Attrice protagonista Nadia Kibout. Fotografia di Maurizio Galizia. Musiche di Fabio Barnaba e Anna Abatemattei in arte Anèt. Interpretazione del pezzo finale “E se..” di Anèt. Un film prodotto da Clickom.